anno 1500—1503. 253 venire ad un fatto decisivo, perchè le truppe francesi, che ingrossavano le milizie di lui, erano un grande ostacolo ai collegati per azzardare un generale combattimento. Tuttavolta egli stesso non si riputava sicuro rimpelto al valore di tanti illustri italiani, che avevano formato causa comune contro di lui : perciò diede mano ai tradimenti ed agli assassinii, per liberarsene, siccome aveva fatto per arrivare alla sovranità di Camerino. Finse quindi di volersi pacificare con ciascheduno di essi e di volersi ristabilire nella loro amicizia. Gl’ invitò per questo fine in Sinigallia. Qui gli infelici, ignari di tradimento e sulla buona fede del diritto delle genti, vennero prontamente : e giunti che vi furono, l’iniquo duca li fece chiudere in orrenda prigione e poscia li fece strozzare per mano del carnefice. « Con questo vero assassinio, dice il Ten-» tori (1), raccontato dall’ empio Macchiavelli come insigne eme-» moranda impresa, non solamente si vendicò il Borgia delle in-» giurie, che pretendeva d’ aver ricevute, ma si levò anche l’im-» paccio di tre valorosi soldati, che potevano disturbare gli altri » suoi disegni e chiuse con questa tragedia l’anno 1502. » Ma non chiuse con essa la serie delle sue iniquità. Pronto a cogliere il frutto di tante sue scelleratezze volò a Perugia e vi fece strangolare altri due de’fratelli Orsini. E mentre da Perugia passava a sorprendere Siena, fu chiamato a Roma dal papa, per concertare tra padre e figlio il modo di sottrarsi dallo sdegno del re Luigi XII, a cui erano caduti in sospetto di ambiziosi disegni sopra la Toscana. Tutte queste azioni del duca Valentino riuscivano in pari tempo ancor più sospette alla repubblica di Venezia, la quale ne temeva gravemente la vicinanza. Ella vieppiù sempre veniva sollecitata dai principi italiani, egualmente che dagli stranieri, a voler frenare colle armi una violenza progressivamente crescente a danno di lutti. Molte delle città italiane le si esibivano a suddite, in (i) Stor. Ventoni. IX, pag. 52.