anno iSOU. 269 Alla terza, non si volle accordare cangiamento od alterazione veruna, perciocché sui dazi era stabilito di conservare gii antichi usi. Alla quarta, fu risposto negativamente, perciocché i denari delle condanne e delle multe dovevano essere devoluti all’ erario della repubblica, la quale poi pensava a ristorare con esso la rocca e le fortificazioni della città. Alla quinta, che si concedevano le conferme degl’ indulti e delle grazie, di cui era stata favorita la città di Rimini sotto il dominio dei Malatesta; salva per altro in ogni tempo l’osservanza delle leggi e degli ordini ducali. Alla sesta, che accordavansi il trasporto e l’introduzione delle merci a Rimini, purché non si tratti di merci proibite di già, ovvero che avessero per 1’ avvenire ad essere proibite : e che, quanto ai mercati e alle fiere, si conservino le discipline e gli usi, ch’erano in vigore ai tempi dei Malatesta : ma che da Rimini non si possano portar fuori i viveri : e che sempre poi se ne abbiano a pagare i dazi. Alla settima, che si concedeva pienissima libertà ai riminesi di trarre annualmente da tutti i luoghi marittimi dell’Istria, sino all’ isola di Veglia, più di mille carra di legna da fuoco: sempre per altro, che i condottieri ne siano muniti di un attestato del rettore di Rimini, circa la quantità della legna da estrarsi e colla » prima instantia per judicem potestatis n nostri, appellatio autera devolvatur ad » potestatem prcfatura, qui audire habeat 55 cum vicario suo et sententie que siclau-» date fuerint ab ipso potestate nostro fir-55 me sint et inappellabiles. In causis vero » a ducatis triginta supra sit in facultate n cujuslibet ipsarum partium petere et eü-« gere quod causa consilio sapientum com-55 mittatur, in qnibns comissionibus causa-» rum servetur forma juris et dispositio ” legnm et consuetudinum terrarum, que 55 comissio fieri possit Arimini Ravene et 55 Faventie pro arbitrio liligantium ; si ve-55 ro partes potestatis judicium eligerent 55 possit et debeat potestas ipse cognoscere 55 in dictis causis et judicare, appellatio au-55 tem sententiarum et actnum ipsius pote-55 slatis nostri postea spectet et devolvatur 55 ad auditores nostros novos sententiarum, 55 juxta ordines officii sui. 55 Item, ad additionale de domus ospi-55 tandi Ariminenses, quod fiat ut petitur.w •