ANNO 1 93. 1S7 bada sulla speranza, che aveva, del matrimonio di taluno de’suoi figliuoli con la sua figlia bastarda. Ma il papa Alessandro, il quale nella scaltrezza della politica non ne cedeva punto al re Ferdinando, non si lasciò gabbare dal fallace contegno di questo principe, di cui conosceva abbastanza la mala fede: ne palesò anzi lutto il suo sdegno allo Sforza, cui della pienissima sua confidenza metteva a parte. Lodovico Sforza, il quale ben conosceva di non potersi mantenere nella sua usurpazione del principato milanese, se non col mezzo di generali turbolenze, approfittò delle disposizioni de! papa per indurlo a consigli più risoluti e più gravi. Gli pose sott’ occhio, che le vie della riconciliazione si sarebbero indarno tentate con un principe ingannatore, qual era Ferdinando ; ch'egli aveva ereditato dal suo genitore Alfonso l’odio verso la corte di Roma per lo favore accordalo da essa alla casa di Angiò, e che invece di prestar fede alle proteste o secondare le insinuazioni di lui, meglio era considerarlo come insidioso nemico ; che indarno la santità sua lusingavasi di poter conchiudere con qual si fosse principe d’ Italia un provvedimento per i suoi figli, perchè nessuno avrebbe voluto spogliare sé stesso per arricchire i Borgia ; che il mezzo più facile ad assicurarsi contro qualunque molestia straniera era il chiamare in Italia i francesi, dai quali avrebbe potuto ottenere, oltreché difesa per mantenere la sicurezza dei proprii domimi, anche assistenza per venire a capo de’ concepiti progetti. Non dispiacque ad Alessandro il suggerimento di Lodovico, sicché di comune concerto mandarono i loro confidenti alla corte di Carlo Vili, per esplorarne le disposizioni, e stimolarlo con secreto maneggio alla conquista del regno di Napoli, onde ricuperarsi la corona dovutagli per avita eredità. La difficoltà e i pericoli del portar la guerra in rimolo paese erano stati al re Lodovico XI un forte freno a trattenerlo da siffatta impresa : ma Carlo VIII, più ambizioso e più ardito, si riputò superiore a colesti ostacoli. E sebbene i più saggi de’ suoi cortigiani cercassero di distorlo