anno 1488. 435 mani ne aveva egli il potere, deliberò di allontanare dall' isola di Cipro la regina, e farsela condurre a Venezia, ove gli onori e le ricchezze, di cui sarebbe stato prodigo verso di lei, ne avrebbero compensata la privazione. Un delizioso luogo le sarebbe assegnato a dimora, ed ivi avrebb’ella goduto i diritti e i privilegi della cessata sovranità. Il progetto era bello; mala difficoltà slava nell’eseguirlo. Per addolcire adunque 1’ amarezza di un sì violento procedere, fu incaricato suo fratello Giorgio Cornaro ad andare in Cipro e manifestare egli stesso alla regina questa volontà del senato. Anzi, perchè Giorgio non avesse potuto mendicare verun pretesto, onde sollrarsi dalla impostagli missione, gli e ne fu intimato 1’ ordine per mezzo del Consiglio dei Dieci, a cui non era possibile senza grave pericolo il disobbedire. Gli convenne perciò chinare il capo e partire. Parli alla volta della flotta, la quale stava allora verso le coste dell’ Istria, sotto il comando di Francesco Priuli. Questi attendeva gli ordini del senato, per rientrare nel porto di Venezia al disarmo; ed invece ricevè dal Cornaro ben differenti dispacci, che gli davano particolari istruzioni, circa il progetto di condurre a Venezia la regina di Cipro. La flotta adunque si pose alla vela in sul declinare del dicembre 1488 ; e quando giunse nelle acque di Rodi, staccò una galera per condurre a INicosia il Cornaro : ed essa intanto proseguì lentamente il suo corso sino alle viste di Almissa, ove giunta, diede fondo, per aspettare colà 1’ esito deir aliare. Giorgio arrivò alla corte in sul finire del decembre. Subito manifestò alla regina il motivo della sua venuta, dicendole, come le critiche circostanze di una guerra tra la porta Ottomana ed il sultano di Egitto avevano suggerito al senato la convenienza di allontanar lei dall’isola sì per la sicurezza sua e sì per lo vantaggio del regno suo ; che si compiacesse infrattanto di venire a Venezia, ove sarebbe ricevuta con tulli gli onori dovuti alla sua dignità ed