anno 1509. 329 » tante terre nemiche, nuotando l’Adige, il Mincio, e talvolta ca-» valcando montagne asprissime. Costoro vanno fino in Bresciana » e arrivano quand’ altri non li aspetta, dando disconci grandissi-» mi ; nè lasciano, senza grande scorta, alcuna strada sicura, per-» ciocché di grandissima lena e grandissima sofferenza nella fame, * nella sete, nelle vigilie sono ; ed hanno mirabile e sottile avve-» dimento nello scorrere i paesi e nel saper tenere strade segrete » e inusitate. » CAPO Vili. Incominciano le ostilità; il papa scomunica i veneziani. Non rimaneva pertanto che dar principio cd esecuzione ai patti convenuti. In varii punti cominciarono le ostilità contro la repubblica di Venezia. Nella Romagna presero 1’ offensiva le milizie del papa Giulio li : il marchese di Mantova attaccò all’ improvviso la grossa terra di Casal Maggiore, situata sulle rive del Po, ed avevaia presa d’assalto: i francesi, provocati dall’esercito veneziano, eh’ era andato sopra Tre viglio, ove il governatore di Milano non aveva lasciato che un presidio di cinquanta lancie e di mille uomini di fanteria, vennero a difendere quella piazza. I veneziani l'avevano già superata, ma ben tosto la dovettero perdere. Nel che fu molto destro il re Luigi XII, il quale, calcolando le difficoltà che gli si opponevano al passaggio dell’ Adda, seppe studiare il vero punto di tragittarlo impunemente e senz’ essere molestato dai nemici. Lo passò adunque a Cassano, e di là si disperse vittoriosamente alle altre terre della repubblica veneziana, come vedremo in appresso. Intanto il pontefice Giulio II, fedele alle sue promesse del trattato, pronunziò in un monitorio, a forma di bolla, la sentenza di scomunica contro i veneziani, nella quale, dopo un’ ampia enumerazione delle loro imprese sopra la giurisdizione ecclesiastica e delle voi. vii. U2