anso 1316. 551 nulla più curandosi né dei soldati nè delle paghe. Le quali, mancando ad essi, li costrinsero a disertare. I pochi rimasti sotto le sue bandiere furono condotti dai suoi generali in Verona. Partiti in questa guisa i tedeschi, Bergamo aprì subito le porte ai veneziani. 1 due generali Triulzio e Laulrec andarono alla conquista di Brescia, la quale tempestata da quarantotto grossi pezzi di artiglieria, fu costretta, dopo brevissima resistenza, a capitolare. I veneziani vi rientrarono il dì 24 maggio 1516; sette anni dopo di averla perduta. CAPO LXXVII. Si tratta per la pace. Rimaneva ai veneziani da ricuperare Verona, ed il senato con tutto Pimpegno ne coltivava il pensiero: non così il generale Lautrec, il quale ogni giorno trovava nuovi pretesti per sottrarsene. Eravisi bensì recalo per cingere di assedio la città, ed aveva passato l’Adige ad Usolengo, per unirsi più facilmente all’esercito veneziano. Ma poiché prendeva forza una voce, che un grosso corpo di svizzeri sarebbe venuto quanto prima a difesa dell’imperatore, levò il suo campo e ritirossi in Peschiera, donde distribuì la maggior parte delle sue genti su ambe le rive del Mincio. Corsero quindi i mesi di giugno e di luglio in contrasti frivoli e inconcludenti, per risolvere tutti i pretesti, eh’ egli metteva innanzi per non volere prender parte all’impresa. Ma finalmente non seppe riprodurne di nuovi, e fu costretto perciò a ricominciare l’assedio. Corse anche una volta all’assalto: ma riusciti inutili i primi sforzi, si determinarono i veneziani ad aspettare, che la città dovesse cedere per fame. Non fu possibile trattenervi il Lautrec : egli era mosso dalle secrete brighe del pontefice, il quale aspirava alla formazione di una nuova lega. E questa lega si trattava in Noion, per accomodare le cose