218 LIBRO XXVtl, CAPO XIV. od a riunirsi al grosso dell’armata ; T altra, avendo arrambato un legno mercantile dei nemici, fu da questo medesimo data alle fiamme, senza che nessun’altra di tante galere, che componevano la flotta, accorresse ad assistere i suoi o ad insultare i nemici. Confuso e perplesso ¡1 generale Antonio Grimani, senza risolversi a nulla, si ritirò al Prodano (1), nel qual viaggio i veneziani presero due galere dei turchi, ed a colpi di cannone ne fracassarono molte altre. Poi T armata si fermò in vicinanza di Chia-renza, e la turca proseguì sino a Punta di Papato. Qui si riaccese la zuffa, ed i veneziani predarono ai turchi altre quattro galere e molle altre ne ruppero colle artiglierie. Perciò i turchi si ritirarono nel golfo di Lepanto, ed il Grimani, non riputando prudenza l’incon-trarvisi anch" egli colla sua flotta, si ritirò all’isola di Zante. Ebbe la sorte di trovare colà ventidue navi, armate a spese del re Luigi XII, per la fama sparsa, che i turchi anelassero alla conquista di Rodi. Fecero un consiglio generale i capitani delle due nazioni, e di accordo unanime deliberarono di dover attaccare con viva battaglia la flotta nemica. S’erano schierati i turchi al di sotto di Castel Tornese, tenendo immobili le puppe a terra e con le prore rivolte al mare. Quando li vide il Grimani, quasiché li reputasse invincibili non si attentò di attaccarli ; ma con vano consiglio ed inutile spesa di tempo fece spogliare di tulti i loro attrezzi sei navi, e riempiutele di materie bituminose e infiammabili le spinse, scortate da sedici galere, contro i nemici, i quali, veduto il poco numero dei legni veneziani, si mossero con yigore ad assalirli, predarono le sei navi, incalzarono le galere. Allora gli altri legni veneziani e francesi accorsero a difesa di quelle e costrinsero i turchi a fuggire : nel- I inseguirli predarono Ire delle loro galere, una galeotta e qualche altro legno. Fu stabilito fermamente dai capitani delle due flotte arniche, (i) Altri scrivono a Corfù.