anno 1500. 233 a Venezia i suoi ambasciatori a farne l'esibizione, dichiarando di porre all’arbitrio di lei tutte le sue forze, onde abbattere quegl’infedeli. L’ offerta fu accettata, come ben meritava, con grandi elogi alla nazione polacca e colle dimostrazioni della più sentita gratitudine verso il re. E sebbene questa assistenza del re di Polonia fosse considerevole e di molta importanza ; tuttavia il senato volle procurarsi ancor più forti alleanze, acciocché le operazioni contro quella formidabile nazione riuscissero più decisive e felici. Strinse perciò alleanza con Ladislao re di Ungheria, il quale si obbligò ad entrare con forte esercito nelle provincie possedute dai turchi ; e i veneziani d’ altronde si obbligarono verso di lui a contribuirgli ogni anno, finché fosse durata la guerra, cento mila ducati d’ oro. Anche il pontefice Alessandro VI entrò in questa lega, promettendo lo sborso di quaranta mila ducati, per tre anni. Cercò il senato di trarre nella lega anche don Emmanuello, re di Portogallo, a cui spedì perciò ambasciatore Pietro Pasqualigo ; ma nulla poterono ottenere da lui, perchè troppo si trovava occupato in formare stabilimenti ^nelle Indie orientali. Tultavolta si persuase in fine a concorrervi anch’ egli. CAPO XXI. Operazioni delle milizie dei confederati. Benedetto da Pesaro, comandante generale dell’armata navale dei veneziani cercava sempre di cogliere le occasioni più propizie, che gli si presentavano, per fiaccare 1’ orgoglio del sullano Bajazel. Perciò gli riuscì d’impadronirsi, contro qualunque aspettazione, dell’ importante castello di Alessio, isola situata sul fiume Drino : spontaneameole si diede esso alla repubblica ad insinuazione di Giorgio Castriotto albanese e del provveditore Antonio Bon. Era quest’ isola assai mercantile, servendo mirabilmente al VOL. vii. 30