anno 1508. 513 dello sfato di Milano, eh’erano nelle loro mani, e il re di Aragona i cinque porti, che tenevano nel regno di Napoli. II. Che il primo di aprile 1509, il papa fulminerà un interdetto contro la repubblica, nel quale essa incorrerà di fatto, se nel termine di quaranta giorni non restituisca ¡luoghi usurpati; nel qual giorno primo di aprile, i re di Francia e di Aragona, come pure sua santità, la assaliranno colle armi temporali III. Che 1’ imperatore, avendo le mani legate dal trattato di tregua di tre anni, conchiuso pochi mesi fa coi veneziani, non sarà tenuto a rompere con esso loro, se non quaranta giorni dopo le prime ostilità fatte dalla Francia, come quaranta giorni dopo la bolla fulminata dal papa, e quando i veneziani saranno incorsi nelle censure in essa contenute. Che il papa, per somministrare all’ imperatore una ragione di non osservare il suo giuramenlo, gli spedirà un breve, come all’ Approvato della Chiesa Romana, con cui l’interpellerà a dargli ajulo e soccorso per ricuperare i beni della santa Sede. IV. Che i re di Ungheria e d’Inghilterra, i duchi di Savoja e di Ferrara e il marchese di Mantova, saranno esortati ad entrare nella lega, la quale non lascierà di sussistere quand’ anche alcune delle parti, considerate come contrattanti, non 1’ accettassero. V. Che nè l’imperatore, nè suo nipote principe di Spagna, potranno molestare in verun modo il re di Aragona finché durerà la lega, nè sei mesi dopo, a cagione delle rendile e dell’ amministrazione della Castiglia, che appartenevano allora a Giovanna madre del principe di Spagna, figliuola d’isabella regina di Castiglia e di Ferdinando re di Aragona (I). VI. Che 1’ imperatore, mediante cento mila scudi d’ oro, darà una nuova investitura dello stato di Milano al re di Francia, la (i) La debolezza eli spirito di questa come del suo proprio, dell’amministrazione principessa rendeva il governo scaduto nel della Castiglia in pregiudizio del principe principe di Spagna suo figliuolo ; ma il re di Spagna suo nipote, di Aragona, sotto diversi pretesti, godeva, VOL. VII. 40