anno 1509. 105 In questo mentre, e proprio in sul declinare dell’ anno 1509, il capitano generale deir esercito veneziano, Nicolò degli Orsini, conte di Pitigliano, venne a morte in Lonigo, castello del territorio vicentino. Egli morì di una febbre lenta, che lo condusse all’estremo : ma prima di morire chiamò a sé i provveditori e i capitani dell’ esercito, e raccomandò loro con molla efficacia la repubblica veneziana, nella quale affermava consistere lutto 1’ ornamento del-1’ arte militare italiana. Il suo corpo fu portato a Venezia per esservi deposto in onorevole sepoltura nella chiesa de’ santi Giovanni e Paolo : ivi gli fu innalzato decoroso monumento, sopra di cui, per decreto del senato, gli fu collocata una statua a cavallo dorata: la si vede sino al giorno d’ oggi. Colla sua vita aveva toccato i’ anno setlantottesimo ; da Giambattista Egnazio, veneziano, uomo dottissimo di quel tempo, gli fu recitata elegante orazione funebre. Le raccomandazioni del prode generale ai capitani dell’ esercito non furono infruttuose ; imperciocché ogni qual volta ne veniva occasione danneggiavano le truppe imperiali, che si arrischiavano di uscire dalla città di Verona. E infatti, usciti alla scorta Carlo Baglione, Federigo da Bozzolo e Sacromoro Visconte, furono assaltati dagli stradiotti, furono messi in rotta; il Baglione e il Visconte furono fatti prigionieri presso alla villa di san Martino, con grande perdita delle loro genti, e vi sarebbe rimasto anche Federigo, se un drappello di francesi, usciti di Verona a soccorrerlo, non gli avessero procurato scampo e tempo di ricoverarsi in città. E pochi giorni di poi, le milizie veneziane ruppero un’ altra compagnia di cavalli francesi, condotti da monsignore di Clesì, cui il Bembo dice il monsignore della città. Tra i venti prigionieri, che ne furono falli, vi fu aneli’ egli, il quale fu mandato a Venezia prigioniero di guerra. Qualche vantaggio d’ altronde ottenevano talvolta anche i nemici, ma di assai lieve importanza. 11 più grave e memorando si fu, che duecento lancie uscite da Verona con tremila fanti,