anno 1514. 527 Eppure non mancarono i maligni, che immaginando motivi alieni dalla grandezza d’ animo di Renzo da Ceri, ne abbiano attribuita la rinunzia ad inimicizia secreta, ch’egli avesse contro Bartolomeo d’Alviano, e contro la fierezza del suo carattere, sicché non volesse dipendere dagli ordini di lui. CAPO LXIX. Continua la guerra nel Friuli. Col progresso di questi avvenimenti era già corso tutto l’anno 1513 ed erasi altresì inoltralo nei primi suoi mesi il 1514. Continuava ostinatamente il blocco, che gli imperiali avevano posto al castello di Osopo. Vide il senato la necessità di venire anche su ciò ad una qualche decisiva risoluzione. Lunghi contrasti per altro ebbero luogo tra i senatori prima di deierminarvisi. Molti infatti opinavano, che convenisse mandare truppe contro il Frangipane, e mandarne in numero tale da costringerlo a ritirarsi: altri opponevano, che, dopo tante sciagure sofferte per l’avere avventurato imprudentemente alcune battaglie, era pericoloso consiglio l’esporsi di bel nuovo ad uguali circostanze; doversi perciò impiegare ogni mezzo per mantenersi bensì Padova e Trevigi, da cui dipendeva la salute dello stato, ma non doversene poi scemare le guarnigioni, per impegnarne i soldati, già scorali per le recenti avversità, in allre imprese di dubbia riuscita ; ch’era più facile il sostenersi difendendo le piazze, in cui stavano chiusi, piultostochè condurli in campagna aperta ad affrontare un nemico già vincitore, il quale certamente avrebbe approfittato della loro lontananza per sorprendere quelle cillà, al cui acquisto da molto tempo agognava. In mezzo a questa discussione, parlarono altamente contro questa politica timorosa Antonio Grimani, eh’ era uno dei savii grandi, e Luca Tron, consigliere ducale. Mos'.rarono, essere della massima importanza il recare soccorso al Savorgnano e salvare Osopo, non solamente perché dalla salvezza di questo castello