388 LIBRO XXVIII, CAPO XVIII. devozione, quanto il popolo degli stati veneti in tutto il corso della guerra di Cambrai: nessun governo contraccambiò con maggiore liberalità i suoi sudditi fedeli, quanto il governo veneziano in questa occasione. Fu la buona riuscita di questa impresa su Padova, che inspirò nei veneziani il coraggio di accingersi a trattare col papa ed a tentare una riconciliazione per mezzo degli ambasciatori mentovati di sopra (1) ; giacche, secondo 1’ ordine dei tempi, le cose, che là ho narralo per non interromperne il filo più volte, appartengono al mese stesso della ricuperazione di Padova. I veneziani, che indarno avevano tentato il riacquisto di Vicenza, perchè, olire al sollecito accorrervi del capitano Coslantino Cominate, ne aveva avuto la consegna dal re Luigi XII il generale Palissa, mandatovi con settecento lancie a conservare all’ imperatore e quella cillà e Verona, ed a servire queslo in ogni occorrenza , poterono bensì trarre non lieve profitto dalla loro stazione militare in Legnago. Imperciocché, partitosi da Mantova il marchese Gonzaga, per andarsi ad unire col Palissa in Verona, alla testa di un corpo di cavalleria, ed essendosi fermato senza veruna precauzione militare all’ Isola della Scala, grosso casale del veronese, non circondato da mura, nè da veruna fortificazione, il presidio di Legnago, condotto dal suo capitano Carlo Marino, lo sorprese e ne fece prigionieri i soldati. Egli, appena se ne udì il romore e potè accorgersene del motivo, balzò di letto, giacché era in sull’albeggiare del dì e vi giaceva tuttora coricato; balzò quasi ignudo da una finestra, ed andò a nascondersi in un campo di saggina. Ivi alcuni contadini lo colsero, lo arrestarono, e consegnarono alle truppe veneziane. Ciò accadde il dì 9 agosto. Di là fu condotto a Venezia prigioniero di guerra. Questo fatto, quanto alla sostanza, è narrato bensì uniformemente dagli storici e nostri e forestieri, ma variano lutti quanto a particolari circostanze accessorie. (i) Psel cap. XV di questo lib. pag.