110 LIBRO XXV, CAPO XXXI. » Non volle Sisto ricercarne all’ ambasciatore del duca di Milano, » perchè sapeva, che li milanesi di questa erano stali contenti. Ma » il papa, dopo che tali parole avea intese, alle ore diecisetle gli » venne un accidente terribile, per cui stette tramortito ore quin-» dici, e appena che presso di lui fu giunto il cardinale di san • Giorgio suo nipote, e fratello del conte Girolamo, volendolo » 1’ eterno Iddio, spirò. » CAPO XXXI. Adempimento del trattato di pace. Conchiusa appena la pace, il doge la pubblicò solennemente in Venezia ed in tutti i luoghi della repubblica per mezzo di un diploma, che ha la data degli 8 agosto, e che si può leggere presso il Sanudo. Poscia tutti gl’ interessali si accinsero a dare prontamente esecuzione ai principali articoli di essa. Al quale proposito abbiamo dal Sanudo, che « alli sedici di agosto il signor Sigismon-» do della casa di Esle, fratello del marchese, venne con molta » gente al bastione di Lago oscuro per vedere la fortezza di quello, » e gli andarono incontro Luigi Querini provveditore ed il conte » Bernardino di Fortebraccio con alcune squadre; e poiché si » sono insieme abbracciati, visto il bastione fortissimo, conchiu-» sero essere inespugnabile. Essendogli annunziato, che fino da » due giorni si cominciava a rovinarlo, il conte Bernardino di sua * mano incominciò a giltar giù pietre : poscia insieme andarono » alla punta del Mezanino e rovinarono anche quel bastione, ed » anche un altro, eh’ era alla porta di san Marco. Similmente i » nostri cominciarono a rovinare il bastione di Lago oscuro, ben-» ché fosse grande fatica, e se 1’ armata non veniva coll’assistenza » delti galeotti, li guastatori non lo avrebbero mai disfatto, e per » alcuni giorni stettero intorno a rovinarlo. Restando una torre » grossissima, misero polvere di arliglieria, che compì di atterrarla,