anno 1617. 487 • come mediatore della pace dia altresì la sua parola che così si » adempirà, poiché quello che in ciò pretendono i signori Vene-» ziani non è che per liberarsi dalle vessazioni che per tanti anni » hanno ricevuto da’ detti Uscocchi, ed i signori Veneziani la da-» ranno finalmente a S. M. Cattolica che dal canto loro accom-» pliranno a quello che loro tocca. » 7. In quanto al punto della libera navigazione, della quale si » parla nell’ ultimo capitolo del trattato di Vienna, si rimette a » quanto si é disposto per avanti. » 8. Parimente da parola S. M. Cattolica che nel tempo che » si concluderà la delta pace, e si sarà ratificato il trattato da ambe » le parli comanderà di sospendersi, cessare le sue armi per mare » e per terra, ed ogni sorta d’ ostilità. » Tutti li quali articoli, e ciascuno d’ essi si obligano i detti » signori ambasciatori di S. M. Cesarea, e del re di Boemia, e della » seranissima República di Venezia in virtù dei detti poteri che » saranno osservati, ed eseguili come in essi si contiene, e per » maggiore abbondanza saranno approvati e ratificati dentro due » mesi dalla data di questa. ► Fallo nella città di Madrid, nella corte di S. M. Cattolica e nel » suo palagio reale, li 26 del mese di settembre dalla nascita di » Nostro Signor Gesù Cristo 1617. » Questo è il famoso trattalo, che sebbene conchiuso in Parigi, tuttavia, perciocché modificato e condotto all’ estrema sua definizione dalla corte di Spagna, porlo il nome di Trattato di Madrid. E sebbene fatto con tante formalità, e dopo tante scambievoli negoziazioni; tuttavia per colpa dei dipendenti di Filippo III non ottenne la sua pienissima esecuzione : lo che vedremo in appresso. Qui mi è d’ uopo intanto commemorare la severità con cui furono trattati dai senato di Venezia i plenipolenziarii della repubblica, a motivo di una semplice loro inavverten/a, di essersi cioè impegnati nelle promesse, mentre 1’ ambasciatore spagnuolo non aveva la facoltà di fare altrettanto. Furono perciò richiamati da Parigi,