ANNO 1571. 101 1 turchi avevano piantato il loro campo nei lato opposto a coleste alture. I loro allaccili,alquanto vivi in sul principio, s’erano rallentati nell' inverno. Gli avevano ripigliali con più di calore nella primavera. Le loro trinciere, scavate in molti luoghi nel vivo sasso, erano profonde cosi, clic un uomo a cavallo poteva starvi a coperto ; ed erano così estese, che tulio 1’ esercito asse-dialore comodamente accoglievano. Su larghi ridoni avevano piantalo dieci batterie di cannoni, le quali colpivano ludo il (ratto di città, eh' era tra l’arsenale e la porta di Limissò. Dicesi, che il numero delle loro truppe ascendesse a cinquanta mila uomini ; perciocché era stato ingrossato notevolmente da grande quantità di genie delle spiagge vicine, accorsavi spontanea per la speranza di preda. Certo è, che l’esercilo turco era sì numeroso, ch’eglino con jaltanza esagerandolo dicevano, che se ognuno di loro avesse gettala una scarpa nelle fosse della fortezza, si sarebbono formala una via piana a montar sulle mura (1). La guarnigione accresciuta di buon numero di volonlarii, scelli tra i nobili e i cittadini, crasi segnalala in sul principio con frequenti sortile. Erasi liberala delle bocche inutili, sicché non erano rimasti nella piazza che settemila uomini, tutti attivi ed intrepidi. Si affaticavano giorno c notte nell’ assicurare i parapetti della muraglia, nel preparare le ritirate, nel fabbricare sul terrapieno nuovi cavalieri e ridurne i vecchi a miglior perfezione, nel fondere nuovi pezzi d’ artiglieria, nel preparare fuochi d’ artifizio, nel moltiplicare in somma lutti i modi e i mezzi di difesa. Comandava alle milizie Astore Maglione ; dirigeva le artiglierie Luigi Martinengo: ma la principal cura delia piazza era addossata a Marc’ Antonio Bragadino, capitano delle armi della città, il quale co’ suoi discorsi e col suo esempio animava ognuno all’ attività e al valore. Allo spuntar del sole, una mattina di maggio, un improvviso (i) Ved. il Panila, lib. II.