anno 1577. 225 cittadini, e la città gioiva lieta del primitivo splendore. Quand’ecco un funestissimo evento sorse a rovesciare repentemente sì gioconda prosperità. Un fierissimo incendio, appiccatosi al palazzo ducale a’20 dicembre 1577, recava assai più funesta ruiria a questa mole maravigliosa, di quello che non le avesse recato tre anni addietro, l’altro feroce incendio, che nel 1574 agli 11 di maggio, aveva brucialo le sale del collegio e dell'anlicollegio. Lo avevano da questo appena appena riparalo coi loro lavori il da Ponte, il Palladio, lo Scamozzi ; quando, in sull’ ora del mezzo giorno, si appiccò il fuoco ad un focolare delle stanze di ablazione del doge, e dilatandosi ben presto la fiamma allaccossi al letto, e liquefatti i piombi, che lo coprivano, rendeva inutile qualunque tentativo del numeroso popolo e degli arsenalolti accorsivi con sollecitudine per estinguerlo; perchè cadendo densa pioggia di piombo ardeute era inevitabile il pericolo di perdere la vila senza applicarvi riparo. Rimasero preda del fuoco vorace le due vaste sale del Maggior Consiglio e dello scrutinio, e con esse perirono le migliori opere dei nostri più valenti pittori. Male informalo della nostra storia, il Laugier dice avvenuto questo incendio nella notte elei 10 dicembre, mentre avvenne invece in sull’ora del mezzo giorno, e nel dì 20 del dello mese. Dice inoltre, che per esso « fu la sala dello Scrutinio » ridotta in cenere ; 1' incendio s’attaccò poi al collegio e all’anli-» collegio, alla cancelleria, alla quaranlia ci vii nuova, alla sala del * maggior Consiglio, che furono abbruciate in poco tempo : » nella quale sua narrazione è facile il vedere confuso insieme 1’ incendio del 1574 con questo del 1577. Di ambidue questi incendii ci danno esalla informazione gli antichi registri della Cancelleria ducale (1), dai quali giova trascrivere il racconto per formarsene migliore e circostanziala noli-zia. Del primo adunque è registrala la descrizione colle seguenti parole: « L anno 1574 alli XI di maggio nel qual giorno il (i) Ceretti, nani. I della Serenisi. Signoria, a calle LII e scg.