anno 1570. U 5 protetto in questa operazione da tutte le artiglierie della flotta. Era comandante dell’ isola il gentiluomo veneziano Gerolamo Paruta, il quale non altro aveva a solo ed unico suo rifugio se non una fortezza, piantata sopra una rupe scoscesa, a cui una sola via poteva condurre. Al primo avvicinarsi della flotta ottomana, il Paruta vi aveva raccolti dentro ad asilo e a difesa tulli i coloni, cd eravisi chiuso co’suoi soldati. Appena sbarcati gli ottomila turchi, Piali pascià diede 1’ attacco al forte con assai di vigore; ma i suoi non poterono sostenere il fuoco del cannone veneziano; furono rotti e messi in fuga disordinatamente e con gravissima perdita. Nell’ indomani il pascià fece piantare una batteria, per costringere la piazza ad arrendersi per la violenza del fuoco, ma di nessuna riuscita furono i suoi tentativi. In somma, investita per dieci giorni, non valsero nè minaccie nè promesse a costringerne il governatore alla resa : Piali, vedendo inutile ogni tentativo, sfogò il suo furore col dare il sacco all’isola: i suoi soldati incendiarono le case, distrussero le chiese, ammazzarono lutto il bestiame, e poscia rcsti-tuironsi alle loro navi.. Lasciata l’isola di Tine, passarono a Rodi, ove si trattennero per breve tempo; alla fine si ridussero con tutte le loro forze da terra e da mare all’ isola di Cipro. Vi arrivarono il dì primo di luglio: nè trovandovi Muslafà pascià opposizione veruna, si accinse allo sbarco delle sue truppe. CAPO XV. Descrizione dell’ isola di Cipro. Per la migliore sposizione degli avvenimenti, di cui fu teatro quest’ isola, imporla assai il farne qui la descrizione. Essa ha la Siria ad oriente; l'Egitto a mezzodì: la Sarmania, ossia l’antica Panfilia, a occidente ; la Caramania, che dicevasi un tempo Cili-cia, a settentrione. Ha dugento miglia in lunghezza ; ne ha settanta nella sua massima larghezza: nella periferia ne percorre settecento.