284 LIBRO XXXIV, CAPO XIV. » pontificie lettere, fu esibita alla medesima la della rosa. Venne » regalalo il lalore di cinquecento ducali d’ oro dal pubblico, e » cortiandò il senato, che la rosa per lutto il lempo di vita sua » restasse alla principessa, ma dopo la sua morte fosse riposta » nel tesoro, da custodirsi in memoria di quest’ honore dal pon-» tefice conferito. » Gli e la presentò Anton-Maria Graziani, vescovo di Amelia, il di 6 maggio di quello stesso anno 1597. La descrizione della solennità dell’ingresso, ovvero dell’incoronazione della dogaressa è narrata da Giovanni Rota, in una lettera a Lattanzio Fisogno (1) : la descrizione della solennità per la rosa d’oro è inserita nella giunta alla Venezia illustrata del Sanso-vino (2). A proposito di questo regalo mandatole dal pontefice, dice il Darù (3), che « Clemente Vili, o per far manifesta alla repubblica » la sua benevolenza o per onorare Marino Grimani, mandò alla • nuova dogaressa la rosa d’ oro, eh’ è solito benedire tutti gli » anni e mandare in dono a qualche principessa della cristianità. • Ciò era un trattare da sovrana la dogaressa. • Ma sappiasi, che non era questa la prima volta, che il romano pontefice mandasse al doge o alla moglie del doge la rosa d’ oro. Avevaia mandala la prima volta Sisto IV, nel 1474, al doge Nicolò Marcello, e dopo di lui l’avevano mandala, nel 1495, Alessandro VI al doge Agostino Barbarigo; nel 1573, Gregorio XIII al doge Sebastiano Venier, il quale morì prima che arrivasse a Venezia, sicché la ricevette invece il suo successore Nicolò da Ponte. Ned é poi vero, che la rosa d’oro fosse mandala dal papa ai soli principi sovrani. Paolo IV ne fece il presente al duca d’ Alba ; Benedetto XIII al capitolo canonicale della metropolitana di Urbino ; Gregorio XVI al capitolo dei canonici della nostra patriarcale basilica di Venezia; ed altri pontefici ad altri capitoli, cui troppo lungo sarebbe il commemorare. (i) Stampata presso Gio: Ani. Ram- (a) Pag. 416 e scg. pazzetto in Venezia, nel 1597. (3) Lib. XXVIH, § 111,