i 13 un cane, affatto come da noi. Ecco qui una donna, una vecchietta col cappello da uomo, con un canestrino di fiori infilato al braccio. Un’altra Teresa dai fiori. Oh poter della luna e dei fiori ! E il buon uomo non erasi accorto, che per la fatica di sostenere col debile e tremulo braccio il cartone ed il vetro, il raggio visivo in luogo d’ esser rivolto al firmamento, era mirato al-1’ altezza d’ uomo, ond’ egli aveva presa per u-na creatura selenica, una bella abitatrice della luna, la Teresa appunto dei fiori, che in quella usciva da Florian, dopo aver appiccato alle solite bottoniere i soliti fiori. Il mio dotto osservatore continuò le dotte sue osservazioni; poi quando venne il momento della maggiore oscurità e voleva ripulire la lente cerca i guanti, ma non li trova, cerca il fazzoletto, non lo ha. I guanti ed il fazzoletto s’ e-rano anch’ essi ecclissati. Pochi passi quindi lontano unabuona mamma si confondeva io esclamazioni, e scotendo per mano la figlia: Rosina! Rosina! gridava, veggo la luna sai! ella è nera come una gondola. Oh quanto mi piace la luna negra! anch’ella ha messo ora il corrotto : lo mettono tutti. Rosina, Rosina, veggo la stella venere. O com’ella luccica ! Posso contar anche questa, le stelle a mezzogiorno. Oh maraviglia !Ma la mamma che