a8 quanto dire mi pelerei per la Gazzetta. Ma tutti non sono suscettivi di tali abnegazioni ed entu-sinsrni; tutti non hanno siffatta religione pei1 questa carta bollata, privilegiata e stampata, e diranno eh’ io ho stampato a bella posta una bugia quando feci statuaria una delle figliuole del re dei Francesi ; genti incredule, senza scusa, retrograde, avanzo ancora dei tempi delle cacce de’ tori e de' pugni, quando le donne portavano il toppe, i rolò e i guardinfanti, e alle fanciulle s’ insegnava solo a lavorar le calzette! Una regia fanciulla statuaria! Io non ci veggo nessuna maraviglia: l’-estro, l’ingegno, il dono della vocazione non è esclusivo diritto de’ sudditi ; i gradini del trono non lo spengono. Se volete fra le donzelle una seconda statuaria andate di grazia a Firenze; ivi pure una nobil donzella, di cui, compiangete la mia deboi memoria, non mi ricordo ora il nome, non credette avvilire i canditi avorii delle dita, imbrandendo il maglio e lo scarpello de\ Buonarroti! e del Canova. Nella nostra Accademia medesima non avete veduto l’anno scorso nelle sale della scultura il primo lavoro della giovinetta Benato? La giovinetta Baia- lo che si sente scultore, oh ! ella crederà ben ella nella Gazzetta, e nel taleuto della principessa francese. In questa parte io sono sansimonista, sou