43 negli ultimi istanti della sua vita, di cui egli fé (nasi gettito e sacrifizio in soccorso dei miseri ¡noi conterranei, da che contro loro pure si volse quel desolante flagello che costa già tante perdite e tante lagrime al mondo. Nè la cura della propria e non erculea salute, non il pensiero d’una tenera sposa, di poco condotta all’altare, non le comodità e diremo pur le delizie d’uno stato florido e dovizioso ammollirono il forte suo animo o rattemperarono, indebolirono l’ardore di quello zelo con cui accolse il patrocinio dei poveri, nella qualità di primo deputato del suo comune, e a tutte le ore, in tutti i luoghi, qualunque fosse lo stato della miseria e dell'infermità ei recavasi a farsi colle sue beneficenze, o le sue consolazioni rappresentante qui in terra della mano della provvidenza celeste. Ma ahimè! quelle cure, quell’¡stancabile zelo a cui molti van forse debitori della propria salvezza, comperarono a lui la propria sua perdita, e la morte volle forse in lui compensarsi delle vittime eh’ ei le aveva furato. La disgrazia sarebbe stata a’poveri ancor piti irreparabile, se a loro ancor non rimanesse la paterna provvidenza del primo magistrato del luogo, signor dottor Francesco Ferro, che col Billesimo divideva le lodi del zelo più operoso, e della più benefica abne-gazion di sè stesso.