32 LIBRO XXXV, CAPO XH. moltiplicato in gran copia, e fatti, per le molte ricchezze ed ozio, insolenti e licenziosi, con pessimo esempio inquietano e travagliano non solo i cittadini, ma le città stesse, insidiando la roba, l’onor e la vita del prossimo facendosi lecito, per sfogar i suoi insaziabili appetiti, oltre le litigiose e cavillose alterazioni de’ fori, con veleni e con ferro fin contro il proprio padre aprir la strada de’suoi diabolici pensieri: e questi, benché nominati religiosi ed ecclesiastici, come cose permesse dalle leggi divine ed umane, furono sempre dagli antecessori nostri, che cattolicamente e con pietà ressero la repubblica, castigati, puniti ad onor di Dio e della Chiesa, ed a sollevazion degli oppressi ; il che da molti santissimi pontefici con brevi e bolle pontificie in diversi tempi fu sempre laudato ed approbato. Però volendo noi e dovendo, per le sopradette giustissime leggi e per così invetereta consuetudine di giustizia, continuare, massime al presente, contro persone indistrate dei sopradetti e maggiori co-cessi , è stato persuaso ed ingannato il presente pontefice Paolo V dai nemici del ben pubblico e adulatori, a voler impedire tali operazioni, ed interromper le antichissime consuetudini e nativi privilegi, con voler regolare le nostre santissime leggi, quelle che per spazio di 1200 anni potenza alcuna del mondo ardì tentare e impedir, che a beneficio de’ suoi fedeli sudditi ed amatissimi figliuoli non possiamo ordinar leggi e punir chi ci offende, quasi che se è lecito ad ogni privato disponer della famiglia e delle cose sue, repeller l’ingiurie, non la possa far maggiormente la repubblica posta da Dio alla custodia e conservazione nostra, principe libero, nè mai ad alcun sottoposto, meritevole per gli tesori spesi e per il sangue de’ sudditi e cittadini sparso in difesa della chiesa romana non solo di onor e di laude, ma di esser da quella accresciuto e ampliato. Ora, sebbene con ogni umile affetto di riverenza ed ossequio per rimoverlo da tale operazione abbiamo fatto dall’ ambasciator nostro in Roma riferir più volte le giustissime ragioni nostre,