426 LIBRO XXÌVl, CAPO X. ma dopo alquanti inconcludenti colloqui , si separarono senza verun effetto. CAPO IX. Al doye Donato succede Marcantonio Memmo. In quest’ anno stesso la repubblica perde il suo principe Leonardo Donato, il quale 11’era stato alla testa in tempi difficilissimi ed aveva saputo guadagnarsi la fiducia e 1’ affetto della nazione, non che la stima ej’ ammirazione degli stranieri, particolarmente per la sua prudenza e disinvoltura nelle gravi controversie, sostenute con animo intrepido e generoso contro la corte di Roma. Egli morì addì 16 luglio, ed in capo ad otto soli giorni n’ ebbe il successore. Questi fu Marcantonio Memmo, il quale per la grandezza d’animo non era punto inferiore al suo antecessore. Ed ebbe a mostrarlo col fatto nelle guerre, che agitarono la repubblica sino dai primi giorni del governo di lui e delle quali mi accingo tosto a narrare. CAPO X. Contrasti del duca di Savoja per le sue pretensioni sul Monferrato. Parte che vi prendono i veneziani. Era morto intorno a questo medesimo tempo, e precisamente in sul declinare dell’ anno 1612, anche Francesco Gonzaga duca di Mantova, lasciando una bambina sua figlia e due fratelli, Ferdinando, eh’ era cardinale, e Vincenzo, che n’ era il minore. La morte di lui rinnovò il contrasto, che da lungo tempo teneva in disgusto la casa di Savoja con quella di Mantova, a cagione del Monferrato, posseduto da questa, ma preteso sino da antichi tempi da quella. La questione era stata conciliata in addietro dall’ imperatore Carlo V, il quale, perciocché il Monferrato era un feudo