32 LIBRO XXXIII, CAP. VI», esalto ragguaglio al senato. Le sue lettere erano state altre volte intercette ; sicché mancavagli il mezzo di compiere questo suo doveroso e necessario uffizio. Immaginò pertanto un industrioso ripiego, da cui doppio vantaggio doveva derivare alla repubblica; l’uno di ottenere le notizie, che sì dovevano interessarle; l’altro di farla guadagnar tempo a maturare i consigli ed a prepararsi. Sapeva, che il gran visir Mehemet non era favorevole al progetto di quell’impresa; perciò col mezzo del dragomauo Ibraim gli fece insinuare nell’animo, quanto disdicevol cosa riuscisse al decoro dell' impero ottomano 1’ attaccare con la guerra i veneziani, nel mentre che sussistevano scambievoli trattati di perpetua amicizia. Aggiungeva, che le forze dell’impero non sarebbersi indebolite né verrebbero meno per un breve ritardo di poche settimane, nel cui intervallo potrebbesi aprire una strada ad amichevole composizione, la quale, se riuscisse nel fine propostosi per quella guerra, riuscirebbe altresì di maggior gloria al sultano, senza spargimento di sangue e senza dispendio dell’ imperiale erario ; mentre d’ altronde, ove i negoziati fossero riusciti inefficaci, rimaneva sempre libero al sultano 1’ esercizio delle sue armi e I’ esperimento delle sue forze. Queste sagaci insinuazioni penetrarono maravigliosamente nelle rozze menti del ministero ottomano : perciò fu deliberalo di spedire a Venezia il chiaùs Cubai, per dimandare alla repubblica la spontanea cessione dell’ isola di Cipro. Ma qui non finivano le sottili prestazioni del bailo. Insinuò inoltre nell’animo dei ministri il consiglio di farlo accompagnare, sì per onore che per sicurezza, dal secretarlo suo, Luigi Buonriccio ; acciocché per tal mezzo gli fosse facile il porre a giorno il senato di tutta la verità dei progetti e dello stalo sincero delle cose, in quel gravissimo frangente. Ed anche in questa sua proposizione fu ascoltato. Dalla quale misura derivò alle città della repubblica nella Dalmazia un altro vantaggio non lieve : perciocché sino al ritorno del chiaùs da Venezia furono sospese le ostilità delle armi turche,