ANNO 1613. 441 contrasti, benché per diversi fini, la repubblica di Venezia striuse con quella degli svizzeri dei due suindicati cantoni un trattato di alleanza, ed alla fine giunse ad ingrossare il suo esercito di un corpo di quattromila soldati (1). Pria per altro che ciò avvenisse, il duca di Savoja, confidato nella sua buona posizione, piucchè nel maggior numero delle sue truppe, progettò di fare un’ irruzione sul milanese. Per ¡sciogliere qualunque vincolo di riguardo col re Filippo III di Spagna gli rimandò la decorazione dell’ ordine del Toson d’ oro, dichiarandogli, di non voler conservare legami con un sovrano che fabbricava catene per renderlo suoi schiavo. Ciò fatto, condusse le sue truppe presso Asti, nel mentre che Giovanni Mendozza, governatore di Milano, conduceva le sue sino alla frontiera del Piemonte. Ad ingrossare le truppe di questo, il re di Spagna aveva mandato un considerevole rinforzo di genti, le quali poco dianzi erano sbarcate a Genova. Oltreché nella superiorità del numero delle truppe, confidava il governatore di Milano nella fama, che s’era divulgata, della sua presenza ai confini e della riputazione, in cui erano tenute presso tutta 1’ Europa le soldatesche spagnuole. Tuttavolta Carlo Emmanùele spinse i suoi soldati sul territorio di Novara e vi cominciò le ostilità appiccando il fuoco ad alcuni villaggi. Del che irritato il Mendozza pubblicò un proclama, che dichiarava devoluti alla corona di Spagna tutti gli stati 'di Savoja provenienti dal milanese. Anche il marchese di Castiglione promulgò un proclama, per cui dichiarava, che se il duca di Savoja non avesse entro otto giorni licenziato le truppe sarebbe posto al bando del-P impero. Carlo Emmanuele contrappose ai due proclami pubblicati da loro un manifesto, con cui negava, che qualsiasi parte degli stati suoi fossegli derivata dal milanese e rigettava la dichiarazione (i) Questo trattato, che porta la (lata (lei 6 marzo i5i5, trovasi nel Liinig, Codex Italiae diplomaticus, pag. 2021 del tom. 11, VOL. IX. 56