204 unno xxxiv, capo ii. » Di questo tempo presente il felice fra li christiani honorato » et maggior’ signore in fede di Christo il doge di Vinetia Aloyse » Mocenigo et la Signoria e ’1 fin di loro sia finito con bene. » Hanno mandato per ambasciatore alla mia eccelsa Porla » stantia di il valoroso et fidelissimo suo huomo nominato Jacopo » Soranzo, cavaliere et procuratore, facendo sapere l'amicitia » vera con cuor’ netto come era stato fatto nel tempo del quon-» dam mio patre Sultan Selim imperatore, et mio avo Sultan » Selimano imperatore, (Dio abbia misericordia dell’ anime loro ) » accio che sia confirmato l’accordo, et 1’ amicitia et le promesse » che sono da ambe le parti et che siano confirmali et ratificati • come prima i patti et la promissione che sono notati nelli capi-» toli dali dalla sua Maestà sublime, et domandò gratia et favore, » che sia rinnovato la propria copia delle sue capitolationi. » Per il passato in tempo del doge di Vinetia Pietro Landò » haveva dato il quondam mio avo la capitolatione nella quale » narrava li castelli che sono di loro governo nella Morea et il • castello di Napoli con le sue rocche, insieme col castello di » Malvasia doppo lolle le armi et le artiglierie et le campane et » altri istromenti, i rellori et stipendiali, che vi sono, vadano con » le sue robbe dove vogliono, et de’ gli sudditi chi vorrà restare » di sua volontà resti, et quelli che vorranno andar via vadano » con le loro robbe et così siano consonali alla mia eccelsa Porta. f cJ » Et al mio ben custodito tesoro hanno promesso di dar veni-» liani cecchini n.° trecento mila et in questo n." ci hà dato in » quell’ istante cento mila, et in quel medesimo anno ci bà dali » altri cinquanta mila et il restante altri centocinquanla mila doppo » passato un anno sian’ pagali in dui altri anni che sarà ogn’anno » cecchini settantacinque mila, et il quondam mio avo haveva dato » la sua imperiai Maestà li capitoli honorali con li palli che si hà » da narrare distintamente. » La mia promessa honorata segue sopra quelle et acciò che » sia ferma la mia felice promessa giuro per un giusto e solo