416 LIBRO XXXVI, CAPO V. nel 1354, ne impetrò da Carlo IV una nuova conferma; vuol dire, che nè Ottone I avevaia liberamente ed assolutamente, come si pretende, donala; nè i vescovi stessi ignoravano essere rimasta nei successori di lui la facoltà sì di confermare che di rinnovare quel dono; lo che dimostra dipendenza nei vescovi medesimi, e titolo sovrano in cimili, a cui si ricorreva per la confermazione. » In prova di questa sua conseguenza commemora il padre Paolo, che molti principi e imperatori, tra cui Federigo I ed Arrigo IV, annoverarono Ceneda tra !e città soggette all’ impero, c comandarono, che le appellazioni dei cenedesi fossero portate ai tribunali imperiali. — Fu di poi Ceneda successivamente dei Trivigiani e degli Scaligeri: anzi il vescovo Rampone, in una controversia, che ebbe con Ugherio di Collabo, suo feudatario, ricorse a Mastino della Scala, vicario dell’ impero, per ottenere giustizia. Dunque i vescovi stessi mostraronsi col fatto, nel 1329, anziché assoluti signori di Ceneda, soggetti all’ impero ed ai suoi vicarii.—Procede inoltre il Sarpi a dimostrare false ed apocrife le carte e i documenti, a cui la corte di Roma appoggiava la pretesa sovranità dei vescovi di Ceneda ; particolarmente certo istromento d’investitura, che dicevasi stipulato nel 994, tra il vescovo Valentino e Giovanni daCamin;e li dimostra palesemente falsi, per gli anacronismi c le falsità storiche, di cui ridondavano. Egli quindi conchiude, che la corte di Roma, malgrado anche delle ragioni, che suole ostentare sopra i beni di Chiesa, non aveva alcun titolo, per cui pretendere sovranità sopra Ceneda ; perchè, a poterla pretendere, avrebbe dovuto mostrare uno almeno di quei titoli, su cui le leggi umane e divine vogliono fondato qualsiasi diritto di sovranità. I quali titoli sogliono da tutti ridursi a tre : ì, alla ragione di guerra; 2, alla dedizione di un popolo libero ; 3, alla cessione del legittimo principe o per transazione, o per vendila, o per donazione. La corte di Roma non poteva accampare il primo, perchè i papi non vennero mai a guerreggiare contro i cenedesi; non ¡1 secondo, perché i cenedesi non furono mai liberi sicché le si potessero