anno 1607. 373 » Sede, levando le cause de’ presenti dispareri ; noi, siccome ab-» biamo sempre desiderato e procuralo 1’ unione e buona inlelli-» genza colla della santa Sede, della quale siamo devoti ed osse- • quenlissimi figli, così riceviamo contento di aver conseguito • questo giusto desiderio : però avemo voluto darvene questa » notizia, aggiungendovi, eh’ essendo stalo conseguito d’ ambe » le parti quanto si conveniva in questo caso, et essendo state • levale le censure, è restalo parimente rivocalo il protesto che » già facessimo per questa occasione, volendo, che da questa e da » ogni altra nostra operazione apparisca sempre più la pietà e reli-» gione della nostra repubblica, la quale conserveremo, come » hanno falto continuamente i nostri maggiori. » Data dal nostro ducal palazzo, 21 aprile, inditione quinta . MDCV1I. » Marco Ottobon secretario. » Poco soddisfatto per verità rimase il papa dell’adempimento delle condizioni volute, sì per cagione delle frasi usale nella rivocazione della protesta, come anche per la clausola della consegna dei prigionieri, senza pregiudizio dell’ autorità della repubblica in quest’ argomento. Ma la riconciliazione era avvenuta, nè potevasi più rivocare ciò che di pontificia delegazione era stato ormai fatto. A compimento dei patti, la repubblica mandò suo ambasciatore a Roma il cavaliere Francesco Contarmi, uno di quei tre, ch’eranvi stati mandali per congratularsi col papa della sua esaltazione al pontificalo. CAPO XX. Istruzione al nuovo nunzio, che doveva recarsi a Venezia. Accomodale le cose colla repubblica, il papa, siccoin’era slato convenuto, ed è fatto altresì palese dal recato colloquio del cardinale Gioiosa e del doge, richiamò a sè il vescovo di Gerace,