anno ÌS70. 33 le quali in più luoghi appunto della Dalmazia avevano già incominciato a farsi gravemente sentire. E infatti i sangiacchi di Clissa, della Bossina e di altri luoghi confinanti colla Dalmazia veneziana, a questo moto di guerra s’erano sollevati in arme, e desiderando tutti di poter essere i primi a far prede ed a molestare i veneti, scorrevano ogni giorno il territorio dalmatino ed inoltravansi sino alle porte delle città veneziane ; toglievano ai paesani le biade, gli animali e qualunque cosa poteva loro venire alle mani ; facevano molti prigionieri ; e tuttociò con tanto più di ardire, in quanto che i nostri non erano per anco provveduti di forze per ripararsi dalle ingiurie. Per reprimere la quale audacia, Bernardo Malipiero, provveditore della cavalleria in Dalmazia, giovane animoso, usciva di frequente con un grosso drappello di stratioti e perlustrava il contado circostante, per assicurarne e proteggerne gli abitatori: cd in una di queste sue corse ebbe ad abbattersi in una banda di turchi più numerosa del seguito, eh’ egli aveva con se ; ed inoltratosi incautamente a respingerla, vi rimase mortalmente ferito, c nel ritirarsi cadde morto di cavallo. In suo luogo fu tosto sostituito Fabio da Canale : e poco appresso fu mandato a Zara, col grado di governatore generale delle truppe di Dalmazia, Giulio Savorgnano. CAPO IX. Ricevimento dell' ambusciatore turco dinanzi al Collegio. Appena il secretano del bailo giunse col chiaùs Cubat a Ragusi, ne mandò notizia al senato, per mezzo di apposito corriere, inviandogli le lettere del bailo. Cotesto annunzio cagionò nei senatori molte e discordi opinioni. Si pensava all’ indole di questa legazione, al modo di riceverne 1’ incaricato, alla risposta da dargli, alla deliberazione da preferirsi. Volevano alcuni, che lo si ricevesse con le solite formalità, e VOL. ix. 5