34 in generale io son disgraziato, e per quanto grande sia 1J ammirazione de’ miei ammiratol i, ei mi ammirano solo finché l’articolo non gli risguar-da. In fatto proprio, in subietia materia, io non son più quel desso, e manca sempre qualche cosa a’ miei articoli. A confusione della mia superbia, posto che ne avessi, non si scambiò talora fino un elogio per una critica? Ora vantatevi di saper quel che vi dite! Io nouavrò più quind’innanzi tal pretensione. E di vero, tempo già fu, io chiamai» un paese gentile, ne dipinsi bello il cielo, limpide e pure le onde, vario, ameno, bel- lo d’uomini e di cose il territorio ; ne feci in somma un elogio tanto più giusto quanto più vero e sentito, e tutto lieto e contento di quella ingenua espansione della mia riconoscenza per le care e liete accoglienze colà ricevute, mi godeva in pensando all’ obbligazione grande che me ne sarei procacciato, all’ effetto che ne avrei prodotto ; quest’effetto mi premeva tanto, che dopo fatto, trascrissi fino in bella copia 1’ articolo. In aspettazione intanto della cara notizia, io ini specchiava, mi compiaceva, nuovo Pigmalione, nel-1’ amorosa mia fattura, e sempre più m’ accertava del mio trionfo ; ma ahimè ! arriva la posta, si diffondono le notizie, e colà, in quel paese, oh potere della eloquenza! ini volevano morto. Il mio articolo, quell’ articolo sul quale ave-