anno 1579. 263 incumbenzati. Perciò ii senato insisteva, che ue fosse deputato il patriarca stesso ; al che rispondeva il pontefice, essere contraria alle prescrizioni del concilio di Trento la deputazione di un tale uffizio all’ ordinario locale entro i limiti della propria giurisdizione. E dopo varii mesi di altercazioni il papa comandò al Bolo-gnetti di tosto ubbidire. Egli perciò presentossi al collegio, ed espose la necessità che stringevalo di eseguire senza indugio le ordinazioni del pontefice. Rispose allora il doge con gravità e fermezza:— «Questa non essere giusta retribuzione ai tanti meriti di una repubblica, la quale nella riverenza alla santa sede non aveva mai ceduto a verun principe; la quale aveva per lei e ne’ rimoti e ne’ vicini tempi profuso senza riserva e sangue e tesori ; la quale per lei e per ubbidire al comando di Pio V, aveva sostenuto la guerra contro il sultano Seiimo ; eppure dopo tuttociò n’era stata mercede la sospensione dei sussidii ecclesiastici, la negativa delle decime sul clero dei pro-prii dominii ; ed ora, che incominciavasi a respirare dei passati infortunii, per prendere vigore a difendere ne’ casi avvenire la cattolica religione, ponevausi in campo dalla corte di Roma motivi di agitazioni e di molestie. » — Confuso il pontificio legato a questo parlare del nonagenario principe della repubblica, volle soprasedere alquanto, lusingandosi, che il papa avrebbe forse potuto col tempo rendersi più pieghevole. Ma indarno; perchè Gregorio XIII con severo comando rinnovò al nunzio il precelto di compiere la sua volontà. Dalle quali intimazioni pressato, si presentò nuovamente al collegio ed espose, non essere più in suo potere il prolungare l’esecuzione degli ordini ricevuti , ed avere quindi deliberalo d incominciare il suo uffizio colla visita della chiesa di san Francesco. Perciò il doge, con risolute parole, rispose : — « che gli sarebbe fatta opposizione e che insorgerebbero sconcerti, quando anche si volesse colpire di scomunica il senato. » —Al che il nunzio soggiunse, tali non essere le sue intenzioni: e con buone parole