170 LIBRO XXXIII, CAPO XLIU. veneziana fu costretta a lasciare l’isola di Sapienza per ricondursi a Corfù. Nelle mosse di questa ritirata, i turchi ne assalirono la retroguardia e la impegnarono in un combattimento, che fruttò agli spagnuoli una galera turca rimasta nelle loro mani. Giunti i confederati a Corfù, le galere veneziane si fermarono a svernare in quel porto : gli altri si separarono, come nell’ anno addietro. E così terminò anche questa campagna, più infruttuosa della precedente. CAPO XLIIl. Avvenimenti della Dalmazia. Nel mentre che queste cose avvenivano in mare, non avevano tralasciato i veneziani di operare nella Dalmazia, ove le armi turche danneggiavano le città e le fortezze della repubblica. I veneziani avevano tolto ai turchi il forte di Macarsca ed il castello di Clissa ; ma poco dopo avevano dovuto abbandonarli di bel nuovo. I turchi padroni della campagna avevano tentato anche essi, benché inutilmente, alcune imprese contro le piazze veneziane. Avevano stretto di assedio la città di Cattaro e continuavano ad assediarla: la quale impresa era diretta dal sangiacco di Durazzo. Costui aveva fatto costruire un forte alla punta delta di Barbagno, circa tre miglia lontano da Castelnovo, per chiudere il passaggio ai soccorsi, che i veneziani avessero voluto mandare all’ assediata città. Ed era quel punto importantissimo, perciocché all’ ingresso di un canale, che aveva poco più di quaranta passi di larghezza. Tultavolta il generale Foscarini, avvisato deH’imminenle pericolo, da cui era minacciata Cattaro, la quale incominciava di già a sentire bisogno di munizioni e di viveri, risolse di spedirle soccorsi. Le inviò pertanto il provveditore Soranzo con ventidue galere e sei galeazze, a cui si unirono altre quattro galere di Nicolò Soriano, capitano del golfo. Il Soranzo, con diciotto delle migliori