206 libro xxxiv, capo il. » commandamento, bora facendo gratia ho commandato che di » nuovo sia in poter di loro, et che sia di loro, ma gli huomini » della detta Parga et le ville sottoposte à delta Parga se faranno » qualche danno nel dominio mio, così per mare come per terra, • la signoria di Vinetia debba far pagare quel detto danno, et » quelli che saranno colpevoli siano castigati per giuslitia. » Et li sangiacchi et subassi et tutti gli altri che sono al ser-» vitio mio come le stelle in cielo per tutto il dominio mio nes-» suno possi dar’ fastidio nè danno nè a lori paese nè à castelli, » nè a sue terre, nè a’ suoi huomini. » Se alcuni de’ miei sangiacchi sottoposti alla mia eccelsa » Porla che al mio innumerabile essercito se facessero qualche » danno a lor paese, castelli, et torri, et alli suoi huomini, il danno » successo sia rifatto in suo luogo con mio nobil commandamento » et sia castigato il colpevole. Et i mercanti et huomini dei sopra-» delti signori per mare o per terra con galee et navi, et altri • vascelli piccoli navigando per venire in Costantinopoli et Ga-» lata et in Arabia et Alessandria et Cattaro ed allo Stretto che » è di là da Gallipoli, et agli stretti di Lepanto et Prevesa o Mo-» don, non possino entrare all’improviso se prima non fanno aver-» lire à i castellani et entrino con licentia. Ma se fosse vento » contrario over fortuna, ovvero che fossero cacciati da fuste dei » Levenli et non avendo altro luogo da salvarsi se non quelle scale » et siano forzali, all’ bora possano entrare, el se sarà possibile » anco con quel lempo facciano avvertire et quando voran’ par-» lire non si partano senza licenza, et colui che conira farà, sia » castigato et per questa causa non sia incolpata la signoria » di Vinetia, ma questo detto negozio sia dopo sei mesi accio chè » siano avertile le navi vineliane, et per questa causa non sia » fatta cosa la mia honorala promessa. » Le galee et navilii del dominio mio, che van per mare, et » 1’ armata mia se scontrasse in mare vascelli venetiani mostrino • amicitia el non debbano dar’ molestia nè danno : loro ancora