\mo \ 571. 99 più opportuno a radunarsi, ove lutti similmente i confederati avessero potuto concorrere senza difficoltà; perciò aveva fissato alla riduzione il porlo di Messina, ed ivi il primo si recò con sessanta legni. Le galere di Spagna non erano per anco uscite dal porto di Barcellona, quelle di Napoli e di Sicilia aspettavano, per porsi alla vela, 1’ annunzio che quelle di Barcellona si fossero poste in viaggio. Marc’ Antonio Colonna era occupato in radunare le galere di Malta, di Firenze e del papa; sicché 1’ unione di tutte queste forze prevedevasi ancora lontana di assai. I veneziani vedendo, che per questa tardanza tutti i loro paesi marittimi erano intanto caduti in preda dei turchi, si lamentarono amaramente col papa della negligenza del re di Spagna nell’ eseguire gl’ impegni assunti. Pio V scrisse a Filippo II nei termini più vivi : fu sollecitato, ma invano, il re di Portogallo. L’imperatore caldamente stimolalo a fare una diversione militare nell’ Ungheria, fu trattenuto dal timore di un’armata, che Seiimo li aveva fallo inoltrare sino a Sofia : il quale timore accrebbero le dichiarazioni fattegli dal governo turco, che non avrebbe potuto conservare l’amicizia della sublime Porta, se non astenendosi dal frammischiarsi negli affari dei veneziani. Le prime a raggiungere in Messina la fiotta veneziana furono le galere del papa, dei fiorentini e di Malta. Don Giovanni d’Austria, figliuolo naturale di Carlo V, doveva venirvi con quelle di Spagna. Egli, colle galere del re e con cinque mila fanti spagnuoli, era giunto a Genova negli ultimi giorni di luglio. Vi lasciò dodici galere sotto il comando del Doria, perchè fossero di scorta ai legni di trasporto carichi delle munizioni e delle vettovaglie ; poi parti per Napoli, ove ricevette lo stendardo del generalato, mandatogli dal papa. Finalmente, nell’agosto, venne ad unirsi agli altri confederali. La fresca sua età di ventidue soli anni aveva dato motivo a qualche timore circa la maturità del suo contegno in un’ impresa