90 LIBRO XXXVI, CAPO XXIV. trattato col bandire quei pirati e disperderli in guisa, di ridurli all’ impossibilità di più intraprendere veruna cosa nell’ avvenire. CAPO XXIII. Successioni dei dogi. Esaurite appena queste diplomatiche conferenze, e ristabilita dopo il congresso di Veglia la pubblica sicurezza, venne a morte il doge Giovanni Bembo, il giorno 18 marzo 1618. Gli fu sostituito, addì 5 aprile seguente, Nicolò Donato, il cui principato finì per così dire nell’alto stesso d’incominciare. Se vogliamo credere al Laugier, egli non fu doge che per tre settimane : il Darù invece racconta, che non sedette che un mese: ma ne l’uno nè l’altro disse il vero. Egli morì il giorno 9 di maggio, sicché durò trentaquat-tro giorni ; più di tre settimane, cioè, e più di un mese. Ma sarebbe inutile briga il cercare 1’ esattezza in colesti storici forestieri, che contraffecero la storia nostra. Perduto così presto il suo principe, la repubblica non tardò ad eleggerne il successore. In capo a nove giorni, il 18 dello stesso mese di maggio vi fu eletto Antonio Priuli, il quale governò lo sialo in tempi assai difficili e perigliosi: lo vedremo in appresso. CAPO XXIV. Contegno ostile del viceré di Napoli : astuzie del governatore di Milano. Alla feroce ostinazione dello spagnuolo governatore di Milano associavasi di pari accordo la slealtà del duca di Ossuna viceré di Napoli : ed entrambi col marchese di Bedmar, ambasciatore spagnuolo in Venezia, stendevano i fili delle più sleali insidie contro la repubblica. Infatti, il duca di Ossuna non cessava di molestare