4 00 I.IBRO XXXIII, CXPO XXXUI. così difficile: ma fu grande vantaggio, chele sorli di questa poderosa armala fossero in mano di un principe, 1’ eia e la nascila del quale parevano emanciparlo dalla soverchia circospezione, che la corte di Spagna raccomandava in ogni cosa ai suoi generali. Egli ad un esteriore nobile ed affabile accoppiava il valore e 1’ amore della gloria, che caratterizzano gli eroi. Filippo li, suo fratello, avcvagli dalo sotto i suoi ordini i migliori uffiziali del suo regno : erano essi don Bernardino di Bequesens gran commendalore della Castiglia, don Alvaro di Bazzano marchese di santa Croce, don Giovanni di Cardona, Antonio Doria, Carlo d’ Avalos ed altri ancora. Gli aveva promesso di farlo re di Tunisi e di donargli tulli gli acquisii, clic avesse a fare in Levante sopra i domimi degli ottomani. La flotta dei confederali salpò da Messina il giorno 17 settembre, composta di dugenlo venti galere, sei galeazze, c venticinque vascelli: e si diresse alla volla di Cipro. CAPO XXXIII. Assedio di Famagosla. Ma troppo tardi. Famagosla, già dai 5 di agosto, era caduta in potere dei turchi, dopo un’eroica resistenza di quasi un anno. Quesla città, che gli antichi nominavano Amatunta, è situala nel lato orientale dell’ isola di Cipro, in framezzo alle sabbie della marina: il suo porlo è di non molta ampiezza, non è punto profondo. Ila l’ingresso dalla parie di tramontana: lo difendono due castelli di qua e di là : il canale n’ è chiuso da una forte catena. La città, di forma quadrata, era fortificata da buone mura, ben terrazzate, fiancheggiate da bastioni. La fossa, scavala nella pietra, aveva da dodici a quindici piedi di larghezza. All’ intorno della città tutto il paese è pianura ; tranne che a tramontana, alla distanza di un miglio circa, si alzano alcuni poggi.