anno 1615. 437 ì quali ne pigliarono vendetta coll’ eseguire uno sbarco in altro punto del territorio austriaco e metterne a ferro e a fuoco il paese. E su questo piede continuarono le cose sino all’anno 1616, nel quale vedremo a suo tempo quale aspetto prendessero. CAPO XII. Continuazione delle vertenze per gli affari del Monferrato. Intanto il duca di Savoja aveva mandalo in Ispagna il fratello suo, per guadagnare al suo partito quel re; ma poi, senz’aspettare all’esito di questa missione, si mise in ¡stalo di ottenere con le armi il contrastalo terreno. Cosimo de’ Medici, granduca di Toscana, destinò al duca di Mantova un sussidio di due mila fanti e di trecenlo cavalli ; ma non gli e ne concessero il passaggio sui loro stati, nè i genovesi, nè il papa, uè il duca di Modena ; non perchè favorissero il duca di Savoja, ma perchè temevano il re di Spagna, il quale non .voleva, che i principi d’Italia prendessero parte alcuna negli affari di lui. Cosimo, risoluto di ajutare il Gonzaga, spinse le sue genti verso il confine modonese e con la forza respinse i soldati del duca, che ne contrastavano il passaggio, e condusse i soccorsi per quella via nel territorio mantovano. Pria di rispondere sull’ argomento, la corle di Spagna volle averne diligenti informazioni ; alla fine si dichiarò contraria al duca di Savoja. Mandò un ordine preciso al governatore di Milano di far partire ad ogni maniera dal Monferrato le truppe sabaude, colla forza, se non avessero voluto andarsene colle buone. Giovanni Mandozza mandò il suo generale di artiglieria Francesco Padiglia ad intimarne l’ordine al duca Carlo Emmanuele, oltreché a consegnargli uno scritto del re Filippo III, il quale comandavagli obbedienza a quanto gli avesse imposto il governatore di Milano. Indarno temporeggiò, minacciò, cercò pretesti : gli fu d’ uopo obbedire.