39C LIBRO XXXVI, CAPO I. e sì che il sicario non potè più eslrarnc il pugnale. Cadde a terra 1’ assalito frale, e, creduto morto, fu abbandonato dagli assassini, i quali, sparando di bel nuovo archibugiale per allontanare chi avesse voluto per avventura inseguirli, corsero giù per san Marziale e quinci alla Corte vecchia della Misericordia, ove una gondola gli attendeva. Di qua si rifugiarono a san Francesco nel palazzo del nunzio, donde la notte slessa passarono al lido, e quinci con una peola a dieci remi e ben armata si diressero verso i confini pontificii. Divulgatosi il fallo, ed inlesosi che gli assassini s’ erano ricoverali presso il nunzio, vi accorse il popolo in tanta folla e con sì feroce furore, che il nunzio stesso n’ ebbe a temere per sé. Ne giunse notizia al senato, che trovavasi radunato; il perché si sciolse sull’istante, ed i più de’senatori corsero al convento dei servi, per avere notizia certa dell’avvenuto. Intanto restò radunato il consiglio dei dieci, il quale affrellossi a mandare numerosa guardia al palazzo del nunzio, per sedare il tumulto della minacciosa moltitudine. Deluse le premure del governo per avere in mano i colpevoli, ebbesi tuttavia a conoscerne i nomi e la provenienza. Erano essi Ridolfo Poma, Michele Tili prete bergamasco, Alessandro Parasio anconitano, Giovanni da Firenze e Pasquale da Bitonlo ; i quali, cinque giorni dopo commesso il delitto, furono condannali dal Consiglio dei dieci a perpetuo esilio e alia morte, con le clausole più severe che si fossero mai sino allora adoperate. Fra Paolo fu curato a spese pubbliche e con generosa profusione, sicché in sul declinare dello stesso mese egli aveva di già ricuperala la salute. Fu promesso largo premio, con decreto dei 27 di quel mese, a chi avesse scoperto qualche ulteriore macchi-nazione contro la vila di lui; fu accresciuto al Sarpi lo stipendio di altri quattrocento ducali ; e gli fu esibito di trovarsi a pubbliche spese una casa nelle vicinanze del palazzo ducale, per dimorarvi col suo collega ed amico fra Fulgenzio Micali, ed essere perciò