f(14 LIBRO XXXVI, CAPO V. dal vescovo di Ceneda, e lo dimostra offensivo alla sovranità della repubblica. Sfoggia su tale articolo una profonda erudizione storico-polemica nello scorrere diligentemente e minutamente tutte le controversie sostenute dalla repubblica coi vescovi di Ceneda e recentemente colla corte di Roma, a cagione di siffallo diritto di sovranità. Egli ne riduce a quattro capi le principali ragioni di fatto — I, a mostrare T origine della sovranità della repubblica sul cenedese ed a determinare il vero tempo in cui cominciò; — II, ad indagare la qualità del titolo, con che il vescovo acquistò Ceneda da principio, e con quale titolo possedevala di presente;—III, ad esporre le ragioni, che dimostravano non avervi il papa veruua temporale sovranità; —IV, a distruggere le obbiezioni della corte romana. E quanto al primo. Quando la repubblica portò le sue armi nella terraferma, il vescovo di Ceneda, trovandosi oppresso dai signori di Camin, implorò la protezione di lei, ed ella lo accolse e ridusse iCaminesi al loro dovere. Poscia, occupata dagli Scaligeri la marca trivigiana, e quindi anche Ceneda, i veneziani nel 1538 collegati coi fiorentini e con Carlo e Giovanni di Carintia, figliuoli del re di Boemia, tolsero ai della Scala la marca trivigiana, ed in conseguenza della concessagli protezione restituirono Ceneda al vescovo. Fecero lo stesso venti anni dopo, togliendo Ceneda a Lodovico re di Ungheria, e rimettendone al possesso i suoi vescovi; i quali, protetti dalla repubblica continuarono a possederla sino al 1382, presidiati da alquante milizie veneziane, che dimoravano nel castello. Nel 1382 insorsero i signori da Carrara, i quali tolsero alla repubblica Trivigi, e Ceneda al vescovo, spogliandone tutti i feudatarii e riducendoli alla condizione di semplici privati. La repubblica allora, collegata col conte di Virtù e con Giovanni Visconte signore di Milano, costrinse i Carraresi a cederle Trivigi, Ceneda ed altri luoghi, in vigore del trattato di pace stipulato nel 1388. E di qua cominciò la sovranità di lei sopra Ceneda: tanto più che il vescovo non vi fece opposizione e che i sindici della