anno 1617. 475 Avca tentato il duca di Ossuna di trarre nella rete il papa, il granduca di Toscana e i cavalieri di Malia, proponendo loro il progetto di combattere gl’ infedeli ; perciò gli aveva sollecitati a concedergli forze navali: e il progetto invece tendeva a sfogare la sua ira sui possedimenti dei veneziani. Ma il senato fece aprire gli occhi a tutte le potenze, ponendo in chiaro la realtà delle intenzioni di lui. Tutlavolta egli non si sgomentò punto per questo vergognoso discoprimelo della sua perfidia: spedì al Rivera un rinforzo di diciannove galere, colle quali si avvicinò a Lesina sulle coste della Dalmazia. Non vi avevano i veneziani che una piccola squadra: lavorarono di canone a vicenda per tutta una notte: in sull’albeggiare la flotta spagnuola si ritirò verso Brindisi. Allora il senato radunò con sollecitudine una flotta potente, e ne diede il comando a Gian-Gerolamo Zane. Questi movimenti avevano suscitato qualche sospetto coi turchi, i quali perciò avevano posto alla vela quaranta galere per custodire le loro spiagge. S’incontrarono queste col duca di Ossuna, il quale diede la libertà ad alquanti schiavi perchè andassero ad instigare il comandante a collegarsi con lui per far guerra ai veneziani. Ma i turchi, fedeli ai loro patti colla repubblica dì Venezia, mandarono ad invitare il comandante della flotta veneziana a collegarsi con ¡oro, per combattere il viceré, eh’ eglino appellavano nemico comune. Volle per altro astenersene per non complicare le attuali vertenze con sempre nuovi incidenti. Una voce intanto era corsa in Venezia, che i legni della repubblica avessero conseguilo una piena vittoria sulla flotta del viceré. La popolazione manifestò con trasporti straordinarii la sua allegrezza; e sarebbe anche giunta a gravi eccessi contro la casa del marchese di Bedmar, ambasciatore di Spagna, il quale ripu-lavasi primario instigatore delle ostilità, ove il governo non vi avesse preso parte per impedirli. Nè cessava il duca di Ossuna dal molestare gravemente le spiagge veneziane : si mostrò all’altezze di Lesina; poi passò a