380 LIBRO XXXV, CAPO XX. » casi, che accadono a Venezia, quanto nelle differenze che nasco-» no fra’ prelati del dominio e i magistrati. In Dalmazia solevano dare materia alle novità alcune volte i » propri prelati, come quelli che per ordinario non sono uomini • di gran stima, e per la tenuità delle chiese si lasciano traspor-» tare da basso studio di avarizia negli interessi che hanno con i » sudditi; nondimeno i difetti per lo più erano de’magistrati seco- • lari, perchè in quei governi che sono tenui come i vescovadi, » si mandano giovani senza esperienza, o vecchi inabili a carichi » maggiori, i quali non hanno forse quel discreto modo di proce-» dere che converria. » L’altro capo nel quale si esercita assiduamente 1’ opera del » nunzio è quello della navigazione del mare Adriatico, nel quale » vostria Signoria sarà già informata come i signori veneziani » pretendono di averci un supremo imperio, e come sostenghino » essersi acquistato da loro con 1' armi e col sangue de’ suoi cit-» tadini; e che sebbene nJ ebbero altre volte titolo di custodi dalla » Sede apostolica e che 1’ atto che fanno ogni anno il giorno del-» l’Ascensione di gettare un anello in mare in segno di dominio » fosse concessione d’Alessandro III, essi nondimeno neghino ora » che. così la custodia, come le ceremonie dell’anello abbia origi-» ne dal privilegio della sede apostolica, la quale dicono che gli » abbia confirmato quello che possedevano, non concesso quello » che non avevano. Però lasciandosi tuttociò da parte, si dice a » vostra Signoria che per le capilolazioui che ha la repubblica » con la sede apostolica molto espressamente dichiarate e stabi-» lite nella pace che fecero con papa Giulio II, 1’ anno 1508, i » sudditi dello stato ecclesiastico possono navigare questo mare e » toccare qualsivoglia porto comune, e liberi da ogni sorte di » dazio e gabella, fra i quali sudditi è nominatamente compreso » lo stato di Ferrara. I Veneziani tuttavia hanno sempre cercato » d'interrompere in vari modi e con vari pretesti ed artifizi la » ragione d’essi sudditi ; ed avendo del continuo delle galere e