.vnno 1574. 195 sino all’ appartamento destinatogli ; quindi nel bucintoro fece ritorno alla sua ducale residenza. La sera fu illuminalo il canal grande, ed egualmente la piazza di san Marco. I)i qua incominciò una serie di feste pubbliche e di trattenimenti e di spettacoli finché il re soggiornò in Venezia. E regala e banchetti e danze e fuochi d’ artifizio gli furono prodigati. Fu al Consiglio Maggiore in abito da nobile veneziano, ed ebbe posto sul trono del doge, framezzo al cardinale di san Sislo„ die slavagli a destra, ed il doge, che gli sedeva a sinistra. Uno de’secretarli gli presentò aperta 1’ urna delle ballottazioni colle balle d’oro e d’argento: egli ne prese una d’oro e nominò Jacopo Coniarmi senatore. Il nominalo gentiluomo andò a proslrarglisi ai piedi per ringraziarlo del favore impartitogli, a cui Enrico sorridendo rispose : « Ringraziale questi signori, che hanno fallo giu-» siizia al vostro talento ed al vostro inerito. » Fu condotto a visitare 1’ arsenale, ove gli fu preparala una collazione di frulli canditi con sì elegante garbatezza, che persino i piatti, le forchette, i cuechiaj erano apposilamenle falli di zucchero. E nel menlre, eh' egli sedeva a questa collazione, e dalle finestre di quella sala'trallencvasi spettatore dei lavori, che vi sì facevano, fu incominciata, compiuta ed armata di tulli i suoi attrezzi una galera, nel breve trailo di due ore. In quel tempo eranvi in lavoro colà dugento galere sottili, sei galeazze e un’ infinità di altri piccoli legni : maravigliosa testimonianza della ricchezza e dell’ alli vi là della repubblica ! Tra le feste da ballo, la più splendida fu quella, che diedesi nella vasta sala del Maggior Consiglio, ove tolto di mezzo l’ingombro dei banchi, intervennero dugento c più delle ragguardevoli gentildonne veneziane. Erano tutte vestite di bianco, adorne di una infinità di gioje d’ incalcolabile valore ; perciocché in questa occasione il governo volle derogare alla legge sulle pompe. Appena enlrò il re nella sala, elleno si alzarono a salutarlo con grazioso inchino; ed egli contraccambiò loro il saluto a capo scoperto, e