anno 1570. il9 duemila conladini senza esperienza di guerra, senz’armi da fuoco e per la maggior parte armali di alabarde. D’ altronde, la ciltà era ben munita di artiglieria, nè mancavaulc uomini esperti ad usarla : ma ciò non bastava a salvarla dall’ impeto di lanle forze, che l’assalivano. Gli stessi abitatori n’ erano appieno convinti, nè trovavano quindi altra speranza, che nell’ ajuto celeste. • Face-i vansi giorno c notte, scrive il Paruta, perpetue orationi nelle • case e nelle chiese et solenni processioni per tutta la città ; le • quali cose si facevano con frequenza et divolione maggiore per • l’esempio el per esortazione di monsignor Francesco Contarmi, » in cui la dignità episcopale era fatta più illustre et più reve-» renda dell’ antica nobiltà et ricchezze della sua famiglia et della • propria bontà et virtù di lui. » CAPO XVII. Il vescovo di Pafo arringa il popolo di Nicosia. Questo virtuoso prelato si trovava in Nicosia opportunamente, ed era di 3ommo conforto al desolalo popolo, il cui pastore Filippo Mocenigo, che n’ era l’ arcivescovo, era in quei giorni a Venezia. Perciò il Contarini invitò un giorno tutto il popolo nella chiesa di santa Sofìa, e parlò pubblicamente parole di coraggio e di fiducia in Dio contro il furore dell’infedele esercito musulmano. Le cose da lui dette in questa occasione furono esposte diligentemente dal Parula ; le compendiò e le inserì nella sua storia il Laugier, il quale, in lutto il progresso di questo racconto sulla guerra di Cipro, ebbe sempre a guida il Paruta, senza per altro citarlo. Io reputo conveniente il recarne le parole, quali ci furono tramandate da questo storico, quasi contemporaneo a quei fatti. Così adunque egli ce ne porla il discorso. « Se io risguardo alla grandezza de’ presenti pericoli, non » posso non sommamente temere della comune salute et dubbioso vol. ìx. 7