io3 XXV. Il Vagliatore, il Vaglio, la Fortuna e altre GENTI. Il Vagliat. l’sarei pur curioso di fisor una volta in viso questa fortuna eh’è tanto posta in croce dagli uomini. Ma chi mi sa dire do-v’è, dove vive, come giugnesi a lei? poiché ancora io non 1’ ho veduta quando non fosse quella eh’è posta al sole e alla pioggia sull’antica Dogana della Salute; ond’io talora pensai che com’ è del basilisco avessi alcun fascino negli occhi, sì ch’ella dovesse fuggirmi innanzi sol della vista. Oh se mi riesce pigliarla una volta la crudelaccia! Ma che rumore è questo, qual è quella gente che passa di là lunge? M’inganno o ella è dessa. (Voci da lonlano). La Fortuna I La Fortuna I Una il011 [ia più bella assai che il sole .... Il Vagì. Sì la riconosco alla ruota, alla benda e piìi ancora alla immensa sua corte. Oh quanta gente la si tira dietro I Vedi, vedi fino all’ingegno, agli Onori, la Fama stessa la segue con le ali caiatei Per dov’ella passa si fa più bella e ridente la natura, le spuntano, come alla donna del Petrarca, sotto i piedi i