a i non mi parve sì rigoroso c sì crudo, se non per questo che il gelo ne strusse od infranse il bel I selciato della Piazza, e per lo contrario il dì clic ritornarono a lor luogo i cavalli, che spiegò nuovamente le onorate sue ali sulla colonna ¡1 leone; quel di, che la laguna di gioia fremette al ritorno di tanti capolavori, chè avevano fatto sì lunghi viaggi, e ritornarono mercè la generosità di Francesco nell’antica lor sede, quel giorno fu per ine un giorno di letizia, di festa, il giorno della mia fortuna. Come il notturno amatore che contempla da lunge l’adorala finestra, passeggio io pure la Piazza al lume della luna, al lume del sole, la luna ahimè! ed il sole che da parecchi giorni, anzi da settimane parecchie, ci sono così infedeli, e ci nascondono il luminoso sembiante, e il mio solo diletto è contemplare in que’ marmi, quelle colonne, quegli archi; mi pasco in quelle sovrane, immortali bellezze che ogni giorno nuove mi paiono, nè mai saziarono alcun occhio mortale. Nuovo Meleagro la mia esistenza è quasi unita a que’ sassi: io morrei il giorno che cadessero 1’ un su l’altro sconvolti. Que’ sassi son sacri per tante memorie, per tanti secoli che sopra vi si posarono, e li lasciarono intatti, e chi oserà ora toccare, profanar ciò che fu rispettalo dai secoli? Ahi! questa mano, per altro non dire, temeraria, profana ci fu: e