ANNO 1612. 423 » gli sia Iella la sopradelta lettera, e gli sia soggiunto, che sebbene » non s’ abbia da prestar molta fede a quesle voci, tuttavia desi-» derandosi la sua conservazione per tutte le buone operazioni, » che con singoiar virtù e con piena soddisfazione della Signoria » nostra ha fatto e fa quotidianamente in pubblico servizio, si ha » voluto avvertirlo di quello che si è inteso circa la sua persona, » perchè se ne possa guardare ed aversene buona cura. Per il » qual effetto debba anco far sapere ciò che gli potesse occorrere, » che non gli sarà mancalo di tutto quello che farà bisogno per la » sua conservazione. Ma quanto era grande l’impegno del governo alla conservazione dei giorni del benemerito suo teologo, altrettanta n’era l’indifferenza, con che egli ne ascoltava gli avvertimenti ; e nulla più delle semplicissime precauzioni commemorate di sopra volle che si pigliasse per la sua sicurezza. Non di meno, a proposito di quesle continue insidie, che gli si tendevano, ebbe a dire talvolta manco travaglio essergli il morire anco violento, che mettersi in necessità di star con timore; perchè i mali hanno termine e il timore va all’ infinito. Del resto, era tanta la fiducia, che in lui aveva il governo, e lanla la stima, che ne faceva, che giunse a concedergli ( cosa non conceduta mai a nessuno de’ suoi consultori ) di poler entrare in tulli gli archivi, in ambe le secrete, e vedere e maneggiare e consultare tulle le scritture dello stalo. E ne fu il frutto la sua vastissima erudizione in ogni ramo di legislazione, di politica e di economia e di lullociò in somma, che può appartenere ad un grande stato, il quale vantava allora dodici secoli di gloriosa esistenza. Queste cose maravigliosamente risplendono negli scritti del Sarpi. 9 Per la parte . . .140 » Di no . » Non sincere 4 5 .