di convenienza l’accingervisi, a cagione delle varie e gravi diffi-collà, clic vi si prevedevano. Fu consultalo il comandante in capo delle truppe della repubblica in Callaro, Jacopo Malatesta, a cui parve troppo facile il Suriano a disperare dell’ esilo dell' una o dell’altra di quelle imprese: perciò gli riuscì a persuaderlo all’assedio di Alessio, il quale parevagli facile e nello slesso tempo fecondo di non pochi vantaggi. Perciò lo stesso Malatesta, appena se ne deliberò l’impresa, prevenne le mosse del Suriano, uscendo da Callaro per porre le fiamme ad alcune ville di Risano. Nel quale allentato riuscì felicemente ; ma poscia nel rilornare addietro colle sue milizie cariche di ricche spoglie, cadde in una imboscala, che i turchi avevangli tesa : furono tagliate a pezzi le sue genti, ed egli fu condotto prigioniero a Risano. Miglior piega prendevano le cose della Dalmazia, ove Almorò Tiepolo capitano delle fusle acquistò Scardona, ed Astorre Visconte governatore di Sebcnico devaslò il circoslanle paese con incendii c prede, ed obbligò da per tulio i nemici a darsi alla fuga. I turchi, non bastando colla forza a superare i popoli devoti alla repubblica, ponevano in opera gl’inganni per impadronirsi delle città e delle fortezze. Corse perciò a pericolo più di ogni altra la stessa Callaro, a cagione delle intelligenze formale dal presidio turco di Castel nuovo con Trajano Ciliciano per avervi ingresso da una delle porle. La trama fu scoperta ; e la piazza fu meglio assicurala: 1’ autore del tradimento fu condannalo co’ suoi complici all’ultimo supplizio. Non di meno il pericolo di Callaro non era del tulio cessato, perche i turchi avevano piantalo alcuni forli all’ingresso di quel golfo, pei quali veniva impedito l’accesso ai soccorsi, che avessero potuto esservi per quella parie mandati. Perciò il senato ordinò, clic una squadra navale slaccala dalla flotta andasse colà a riaprir quella strada cd a distruggere le operazioni dei lurclii ed a troncarne i progetti.