18 LIBRO XXXIII, CAPO V. pallundaric (1), che si lavoravano nel golfo di Ajazzo e nel mare Maggiore, e degli ordini dati al beglier-beì della Natòlia ed ai soldati di tutta la provincia, perchè si apparecchiassero a radunarsi nella Caramania, e di altre cose in somma, dalle quali pole-vasi chiaramente conoscere, che l’impresa deliberata per 1’ estate futuro doveva essere contro il regno di Cipro. Giunsero a Venezia le lettere del bailo nel gennaro del 1570, e si conobbe la necessità di affrettare i provvedimenti più efficaci per affrontare senza timor la procella, ove non fosse stato possibile l’allontanarla. CAPO V. Precauzioni dei veneziani per porsi alla difesa. Furono mandati pertanto corrieri a tutti i governatori del-l’isola per avvertirli di stare in guardia. A quello di Candia fu ordinato di far leva di marinari, quanti ne abbisognavano per equipaggiare le venti galere, eli’ erano sparse nei porti di quel-l’isola. Furono trattenute tutte le navi, che si trovavano in porto a Venezia, a fine di valersene per lo trasporto delle truppe d’infanteria da mandarsi a Cipro. Furono armate in arsenale undici galere grosse ed ottanta sottili, e moltissime altre navi di ogni grandezza. Fu deliberato di armare altresi un galeone costruito alquanti anni addietro « con molto artifizio per inventione di Vittore Fausto, » eccellente per lettere e per una particolare forza d’ ingegno (i) La Pallandaria, detta anche Pa- munita di 8 cannoni da 20, di bronzo an- landrà, usata particolarmente nei secoli eh’essi, e 12 petriere da 12 similmente XV, XVI, XVII, era un robustissimo legno di bronzo. Portava tre alberi verticali ed da guerra, la cui precipua forza stava in il bompresso. Ved. il Casoni, nella Vfi- due mortari di bronzo del calibro di 5oo, nezia, e le sue lagune, pag. 234 ‘Iella ossia di un piede VMieto. Andava inoltre part. II del I voi.