470 LIBRO XLIV, CAPO IV. perchè, da quando in qua i difetti, i vizii, i disordini del popolo, avranno» a dire difelli, vizi, disordini del governo ? Chi ha fior di senno in capo lo scorge a prima vista : chi ne volesse dimostrare il contrario, non lo potrebbe clic per la via, percorsa dall’ autore di coleste Memorie; cioè, per mezzo di goffaggini e di sofismi. Ed eccoci dall’ esposizion delle cause passati all’ enumerazione degli effetti: cd è ben naturale, che questi non possano essere altri-mente che proporzionati a quelle. 0 piuttosto quelle c questi hanno tanta relazione tra loro di cause ad effetti, quanta ne ha la luna coi gamberi : quelle sono cause perchè tali le ha egli nominate ; questi sono effetti, perchè cosi gli piacque d’ intitolarli ; ma in realtà non sono nè l’uno nè 1’ altro : sono una continuata serie di maldicenze e menzogne affastellale insieme e senz’ ordine. Dopo infatti di avere esposto l’origine e di aver fatto l’apologia dell’ultimo doge Lodovico Manin, accusalo « non solamente dall’ ignoranza del popolo vene-» ziano, ma tuttavia da storici, e gravissimi (1). ..di abbiettezza di » animo e di mancanza di risoluzioni gagliarde nell’ora ultima di Ve-» nczia ; » c dopo di aver detto tuttociò * aflin di sgannare (2) una » volta popolo e letterati, e rendere un doveroso omaggio alla memoria » di un cittadino, che per solo effetto della costituzione, della dappocag- • gine, e, dirò pure, della scelleratezza del proprio governo alla più » tarda posterità sarebbe passato sotto sembianza d’imbecille e di co- * dardo » (ed egli presume con le sue ciance, raccolte in 244 pagine, di essere 1 uomo da tanto di poterne sgannare e popolo e letterati?); dopo, io diceva, tutte queste belle cose, riassume il tuono della sua musica e viene a dirci (5) dei poveri, che, per continuare nell’ inerzia e nel vizio, fingevano malattie, disastri, piaghe, moltiplicità di figliolanza, ed a spalle degli elemosinieri gabbati empivano di denaro a ribocco le loro saccocce (4). E tulle queste finzioni, non insolite anche ai dì nostri, le die’ egli autorizzate in certa guisa dallo stesso governo, per (i) ìag. (a) Psg. i3o. (3) IV 13». (4) fjg. i3a.