\ U LIBRO XLI, CAPO li. di Traù non v’ ebbe luogo a contrasti. Ne insorsero per quello di Spalatro, perchè le ultime conquiste dei veneziani vi avevano lasciato molte incertezze e confusioni ; ma si venne ben presto ad accordo, lasciando ai veneziani tuttociò che avevano tolto ai turchi. Se ne chiuse quindi il lavoro in buona armonia, e per evitare ogni occasione di futuri contrasti si fece una particolare convenzione, in cui erano commemorali tutti gli articoli delle tenute conferenze e vi si aggiungeva, che sarebbe libero agli abitanti lo scegliere quella sudditanza, che meglio fosse piaciuta ad ognuno, e che ognuno, anche cambiando paese, conserverebbe la proprietà de’ suoi beni, ovunque fossero situati. Se non che una circostanza avvenne, per cui, se l’incaricato Giambattista Nani non avesse mostrato una dignitosa fermezza di carattere, tutte le conclusioni concertate sarebbero state distrutte nell’ atto stesso di sottoscriverne gli articoli. Un agà della Porta, mandato dal visir per conoscere come procedesse il maneggio, recò la notizia, che, tranquillate essendosi le turbolenze dell'Asia, il sultano aveva deliberato di trattenersi in Europa. Da ciò Cussein pascià prese motivo per trovare pretesti a sconvolgere tutto il già concertato circa i confini di Spalatro e di Sebenico, perchè sembravagli, che alla repubblica ne derivasse troppo vantaggio. Ma il Nani risolutamente gli dichiarò di essere disposto a rompere qualunque trattato, piuttosto che recedere un passo dagli stabiliti concerti : per la quale fermezza il pascià fu costretto a cedere ed a ritornare alle primitive convenzioni. Ne furono scambiati a vicenda gli stromenti il dì 50 ottobre 1671. Ne furono mandati a Venezia ed a Costantinopoli gli esemplari : il senato e la sublime Porta con piena soddifa-zione li ratificarono, e la pace conchiusa fu così confermata e consolidata anche ne’ suoi effetti.